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June 04, 2010

Il mito del focus

Esistono due approcci per risolvere problemi: quello dell’emisfero cerebrale sinistro e quello dell’emisfero destro.

L’emisfero sinistro è quello logico e sequenziale. Quello destro è quello euristico.

L’approccio logico richiede che il problema sia già noto, e che si debba, di fatto, semplicemente applicare un algoritmo per arrivare alla soluzione.

Un problema ancora senza soluzione richiede creatività.

La creatività risiede nell’emisfero destro.

Solo un approccio non sequenziale, non necessariamente logico, può permettere di trovare soluzioni a problemi ignoti o di trovarne di nuove per quelli noti.

Per problemi di questo tipo, essere troppo focalizzati è controproducente. La concentrazione attiva l’emisfero sinistro, che non è in grado di creare.

Credo sia capitato a chiunque di andare a letto senza riuscire a risolvere un problema per poi svegliarsi la mattina con la soluzione in testa. Penso che dormire sia qualcosa di molto lontano dall’essere focalizzato su un problema :)

Questo spiega perché, per i lavori creativi, le ricompense economiche fanno produrre risultati inferiori, rispetto a quelli fatti semplicemente per passione.

La ricompensa ci mette fretta e ci fa focalizzare sul problema, rendendoci meno creativi.

Il focus uccide la creatività. È il relax che la alimenta.

Tutto questo solo perché sento sempre parlare di focus e commitment (tipicamente dai manager) come di attributi fondamentali per il successo di un programmatore. Ritengo che la programmazione richieda capacità creative non trascurabili.

Per cui, chiedere a un programmatore di essere sempre focalizzato, sempre “sul pezzo”, anche se può non sembrare, non è necessariamente una richiesta sensata.