Quando si parla di metodi agili, generalmente, tutti dicono che adattano leggermente le pratiche alla propria realtà e alle proprie esigenze.
Sono convinto che, mano a mano che si cresce, si possa, anzi, si debba adattare il metodo alle proprie peculiarità, con lo scopo di essere più efficaci. Il metodo, in generale, serve agli inesperti: più aumenta l’esperienza, più aumentano la sensibilità e la capacità di capire quale sia la cosa migliore caso per caso.
Estremizzando, il metodo diventa un freno che imbriglia il talento.
Spesso però, gli adattamenti che si fanno sono dettati dalla pigrizia e dalla paura, non dall’esperienza.
Mi viene in mente la retrospective: si tende a farla di rado perché è la prima cosa che salta quando si è stretti con i tempi. Questa è paura.
Una delle pratiche più storpiate è la tecnica del pomodoro: si tende ad allungare i tempi.
Un classico è il pomodoro da 50 minuti… Generalmente la scusa per questo è che interrompersi dopo soli venticinque minuti è fastidioso.
Secondo me è solo per avere pause più lunghe, infatti spesso sentirete anche dire che in cinque minuti non riesci neanche a controllare la posta. Ma lo scopo del pomodoro non sono le pause. Questa è pigrizia.
Si possono fare molti altri esempi, ma, in generale, qualunque modifica che richieda un impegno minore rispetto alla pratica “by the book”, sarebbe meglio non farla.
Gli sconti è meglio chiederli quando si compra, non quando si programma :)